mercoledì 20 febbraio 2013

Giannino, prova a prendermi


Nel delizioso film "Catch me if you can" un magistrale Leonardo Di Caprio fotteva il mondo intero spacciandosi prima per pilota, poi per avvocato e infine persino per chirurgo. 

Le competenze valgono più dei titoli, e quel Di Caprio lo sapeva bene. Questa realtà non può sfuggire, a maggior ragione, a chi ha fatto dell'abolizione del valore legale del titolo di studio un cavallo di battaglia.

Da poche ore sappiamo, per bocca dello stesso Oscar Giannino, che quest'ultimo non solo non frequentato mai lezioni presso l'Università di Chicago, ma non ha mai conseguito alcuna laurea (delle due sin ora dichiarate su tutti i suoi cv disponibili su internat). A quanto pare, invece, ha solo frequentato qualche lezione presso la facoltà di legge. Alcune evidenze:

1) Quelle poche lezioni di legge bastano a Giannino per saperne più di qualche illustre giurista attualmente candidato o in carica in lungo e in largo nello stivale italico.

2) L'esperienza da giornalista economico ha fatto di Oscar un esemplare di metodo e rigore, oltre che un gran divulgatore del sapere economico. Come per quanto riguarda il giornalismo scientifico di Piero Angela. Questo è solo un grande merito.

3) Se solo avesse dichiarato prima di candidarsi di non essere laureato, Giannino avrebbe avuto modo di inchiodare tutti i suoi avversari, dimostrando di essere più competente di tutti, anche senza la necessità di dimostrare qualcosa basandosi sul timbro apposto dallo Stato-erogatore di istruzione pubblica.

Il giornalista, però, aggiunge di non aver mai speso titoli di cui non dispone. Mi si permetta di dire che questa circostanza non corrisponde a verità. Oggi come oggi, il solo relazionarsi in via telematica consente di "esporre" in via riassuntiva talune parti della propria vita (tra queste rientra ovviamente anche la laurea), sulle quali si fonda la propria immagine pubblica. Non solo. L'ultima volta che ho visto Oscar in un comizio, ho appreso dalle sue parole alcuni particolari dai quali emerge che questi tiene lezioni. "Ai miei alunni spiego che..." allora vorrei capire sulla scorta di quali meriti gli è stato consentito di fornire spiegazioni a qualche studente, anche se in via non ufficiale o accademica. 

Resta solo l'amarezza di chi è consapevole che questa lucida follia del voler impiantare in Italia una forza politica autenticamente liberale finirà col fare a botte con le leggerezze di una persona che, quantunque forte e capace di portare avanti un programma condiviso e validissimo, in questo momento, mette in serio pericolo la stabilità oltre alla credibilità del movimento (e di tutti quelli che nel suo solco vorranno nascere nei prossimi anni). Il tutto, perché viene più che naturale identificare  erroneamente Fare con Giannino e Giannino con Fare. 

Certo ora non saremmo in preda al panico se solo, nel partito, ci fosse stato un minimo di feticismo in meno verso i titoli di studio. Meno spocchia, meno superbia, meno vanità, meno insistenza sulla presunta superiorità culturale o antropologica nei confronti degli altri, trattati come bifochi. Anche meno panzane.

1 commento:

  1. mi sento di dire, in punta di piedi, che ormai l'argomento della superiorità culturale o antropologica dei laureati risulta quasi anacronistico. Molti aureati si sentono solo sfigati più che antropologicamente superiori.

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